mercoledì 22 maggio 2013

Come capire se una dieta è valida

Spesso si sceglie di fare una dieta valutandola in base al grado di popolarità che ha tra le amiche, più che tenendo conto del proprio fisico e delle proprie esigenze; questo fa sì che il risultato di quel dato regime alimentare non è sempre così efficace, e più che altro provoca frustrazione e voglia di lasciar perdere l'idea di dimagrire una volta per sempre. Prima di perdere le speranze, imparate a riconoscere se una dieta funziona:


1 Qualunque dieta prevede di abbassare, anche di molto, il numero di calorie da assumere durante il giorno; la quantità però deve essere comunque sufficiente per permettervi di avere le energie necessarie per svolgere un'attività fisica, fondamentale per mantenere tonici i tessuti muscolari ed essere realmente in forma.

2 Le porzioni di cibo vanno ridotte, ma non devono essere microscopiche: più che sulla quantità, una dieta valida punta sulla qualità degli elementi scelti, che devono essere ipocalorici, poveri di grassi e privi di condimenti elaborati. Di solito, frutta e verdura sono al primo posto, per il loro alto contenuto in vitamine e minerali.

3 Una dieta che funziona sconfigge il senso della fame:
non è possibile continuare per settimane a sognare il momento del pranzo o della cena; una dieta efficace trova il modo di ridurre l'appetito, aumentando l'indice di sazietà e diminuendo quello di appetibilità. Il modo per farlo è scegliere alimenti che saziano tanto.


4 Una dieta che funziona deve essere semplice:
è importante che gli alimenti selezionati siano facili da reperire, e che la distribuzione dei pasti sia in sintonia con i vostri impegni giornalieri. 


5 Una dieta non deve essere composta di soli sacrifici:
se amate moltissimo la pasta e non riuscite a rinunciarvi, dovete trovare un regime alimentare che vi permetta di inserirla nei pasti una o due volte a settimana.


6 Una buona dieta fa leva sulla motivazione:
il primo passo per dimagrire è quello di essere veramente convinti della propria scelta, e di avere fiducia nel regime alimentare prefissato.

lunedì 13 maggio 2013

Guarire con fanghi, vapori odorosi e acqua, ma attenzione a scegliere quella giusta

Bronchiti, otiti, asma, malattie della pelle, patologie osteoarticolari e circolatorie si possono curare anche a casa, ma alle terme si rinforza il sistema immunitario, si prevengono le ricadute e i benefici durano a lungo. L’importante è scegliere le acque giuste. Un soggiorno di dieci giorni in Spa (acronimo di Salus per aquam) aiuta a curare e prevenire i disturbi cronici, grazie anche al clima e alla pressione atmosferica, che stimolano le difese immunitarie e il rilascio delle beta endorfine (responsabili del benessere).



 «Un tempo si andava alle terme perché si stava bene, senza però sapere da che cosa dipendesse questo benessere. Oggi la scienza ha dimostrato che acque e fanghi termali sono così benefici perché contengono sostanze preziose, come minerali e microalghe, che intervengono nei processi infiammatori, nella funzionalità respiratoria, nell’iperattività cutanea, nelle vasculopatie, nelle patologie artroreumatiche, favorendone regressione e risoluzione», afferma il professor Giuseppe Nappi, docente di terapia medica e medicina termale all’Università degli Studi di Milano. «È importante ricordare che si deve ricorrere ai trattamenti termali solo quando la malattia è in fase cronica, ovvero almeno uno o due mesi dopo il fatto acuto, o prima a scopo preventivo, e scegliendo la sorgente termale con le acque e/o i fanghi più adatti per la propria patologia», tiene a raccomandare il professor Nappi.

Sbiancanti: meglio dal dentista


Un sorriso brillante può aprire molte porte. Ecco perché i trattamenti sbiancanti, anche se il loro effetto non dura per sempre e non migliora la salute dei denti, sono molto richiesti. L’importante, però, è pensare prima a risolvere carie e infiammazioni.
Dall’associazione di consumatori Altroconsumo (www.altroconsumo.it), che ha curato un’indagine sui prodotti e sui servizi per rendere candido il sorriso, qualche suggerimento per scegliere bene.

I trattamenti sbiancanti che si trovano in vendita (strisce e gel) rendono i nostri denti più bianchi di qualche tono, e correggono piccole macchie (come quelle del caffè), ma l’effetto dura al massimo un anno. Non servirebbero invece a sbiancare né i dentifrici, né i collutori “whitening”: servono solo a prevenire l’ingiallimento e a mantenere il colore naturale dei denti, ma non li rendono più bianchi.
Meglio rivolgersi al dentista: tutti i metodi sbiancanti proposti sono efficaci, e permettono di guadagnare da 7 a 10 gradi di bianco (anche se ci sono grandi differenze da persona a persona).
I costi vanno da 300 a 600 euro circa.
È bene ricordare, però, che kit sbiancanti e strisce sono prodotti di cui non si conoscono gli effetti a lungo termine: sarebbe bene usarli con moderazione e non abusarne. E, soprattutto, fare una visita dal dentista prima di utilizzarli.

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